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Pignoramento conto corrente: come funziona e quando conviene - Recupero Smart

Pignoramento conto corrente: come funziona e quando conviene

13 / 01 / 2024 recupero crediti per imprese , pignoramento conto corrente Alessandro Milito

Il pignoramento del conto corrente è una forma di esecuzione forzata effettuata sulle possibili somme di denaro depositate in banca dal debitore. Si tratta di una forma di esecuzione presso terzi, in cui il soggetto terzo è identificato nell’istituto di credito.


Durante le operazioni di recupero credito capita di dover passare alla fase di recupero crediti giudiziale, avviata con l’obiettivo di ottenere il pagamento del dovuto anche mediante il pignoramento dei beni del debitore.

Come spesso abbiamo descritto nei nostri articoli, la soluzione ideale sarebbe quella di ottenere il credito in modo bonario, affidandosi al recupero crediti stragiudiziale e trovando una soluzione in grado di soddisfare entrambe le parti e senza mettere a rischio i rapporti commerciali.

In questi casi, i nostri consulenti agiscono tramite solleciti di pagamento e la soluzione che spesso garantisce il recupero del credito è quella del piano di rientro, con cui il debitore può restituire la somma dovuta in modo rateizzato.

Tuttavia, esistono casi in cui questo non basta e ci troviamo costretti ad affidarsi alle autorità giudiziarie, richiedendo un decreto ingiuntivo con l’obiettivo di ottenere il credito attraverso le operazioni di pignoramento dei beni del debitore. Esistono diversi beni che possono essere pignorati, sia beni mobili che beni immobili.

Va però ricordato che, prima di avviare queste procedure, è fondamentale effettuare un’analisi approfondita della situazione economico finanziaria del debitore. Senza informazioni le procedure giudiziarie potrebbero portare solo ad uno spreco di denaro e risorse. In seguito, mostreremo come è possibile effettuare queste operazioni preliminari.

In questo articolo parleremo del pignoramento del conto corrente, descrivendo come avviare questa procedura, come valutarne la convenienza e quali sono i suoi limiti.


Pignoramento conto corrente: come funziona - Recupero Smart

Pignoramento conto corrente: cos’è e come si effettua

Il pignoramento del conto corrente appartiene alla categoria del pignoramento presso terzi, ovvero una procedura forzata che permette al debitore di espropriare i crediti che il debitore vanta nei confronti di un terzo soggetto. I principali crediti aggredibili attraverso il pignoramento presso terzi, sono proprio i conti correnti bancari o postali.

I pignoramenti presso terzi sono regolamentati dagli articoli 492 e 543 del Codice di Procedura Civile.

Possiamo definire il pignoramento conto corrente come una forma di esecuzione presso terzi, con cui vengono espropriate le somme di denaro depositate negli istituti di credito. I soggetti che rientrano in questa procedura sono dunque tre:

  • Il creditore procedente: colui che vanta un credito nei confronti del debitore, considerato soggetto attivo processualmente e sostanzialmente.
  • Il debitore: soggetto passivo sostanzialmente e processualmente
  • Il terzo, che in questo caso è la banca e considerato come soggetto solo ai fini processuali.

Il pignoramento del conto corrente rappresenta una delle procedure esecutive più rapide ed economiche, specialmente se paragonata ad altre forme di procedura forzata come il pignoramento mobiliare e il pignoramento immobiliare. Per questo motivo, questa è una delle procedure più efficaci per quanto riguarda le operazioni di recupero crediti giudiziale.


Pignoramento conto corrente: analisi patrimoniale

Chiaramente, il successo di questa procedura è legato alla presenza o meno di giacenze monetarie aggredibili, ovvero ad una quantità di denaro sufficiente per garantire l’intera copertura del credito.

Prima di avviare qualsiasi procedura giudiziaria, è infatti fondamentale effettuare un’indagine patrimoniale sul debitore e verificare l’effettiva presenza di un conto corrente e di eventuali somme di denaro sufficienti per coprire il credito e, in caso di altre tipologie di pignoramento, la presenza di altri beni aggredibili.

In caso contrario, effettuare qualsiasi operazione potrebbe essere completamente inutile e potrebbe rappresentare solamente una perdita di denaro e di risorse.

Un’indagine patrimoniale permette prima di tutto di verificare la presenza di un conto corrente intestato al debitore, individuando inoltre l’istituto bancario e la filiale dove sono depositati gli importi. È poi possibile ottenere informazioni riguardanti la movimentazione e l’eventuale inattività del conto stesso.

Per questioni legate alla privacy non è possibile conoscere il saldo del conto corrente.

Il creditore ha la possibilità di pignorare solo l’eventuale saldo positivo. Nel caso in cui il conto corrente abbia un saldo negativo, non è possibile pignorare i versamenti che vanno a diminuire o azzerare l’importo scoperto, mentre risultano pignorabili i depositi successivi alla riattivazione del conto.

Per poter procedere con il pignoramento conto corrente, il creditore deve essere in possesso di un titolo esecutivo atto ad accertare la situazione di debito.


Procedura di pignoramento conto corrente

La procedura da seguire per ottenere il pignoramento del conto corrente è la stessa da seguire per il pignoramento presso terzi.

Per poter procedere con il pignoramento presso terzi, è necessario possedere un titolo esecutivo sul credito maturato certo liquido ed esigibile. Quando, dopo vari solleciti il creditore non riesce ad ottenere la somma che gli spetta (nemmeno attraverso un piano di rientro), egli può ottenere un documento ufficiale che certifica l’esistenza del debito.

Tali documenti possono essere:

  • Decreto ingiuntivo esecutivo
  • Sentenze di condanna
  • Assegni e cambiali insoluti o protestati
  • Atti di conciliazione firmati da entrambe le parti
  • Atti pubblici che attestano il prestito di denaro, sottoscritti con la presenza di un notaio

Dopo aver ottenuto il titolo esecutivo, viene prima inoltrato un atto di precetto al debitore e, se questo non salda il debito entro 10 giorni, il creditore procedente può procedere a notificare l’atto di pignoramento alla banca.

L’atto di pignoramento è composto da due parti. La prima la prima fa riferimento alla citazione a comparire del debitore, mentre la seconda, proveniente dall’ufficiale giudiziario, comprende la dichiarazione di pignoramento e l’intimazione al debitore e al terzo (istituto bancario) di non disporre delle somme pignorate prima dell’ordine del giudice dell’esecuzione.

A questo punto il terzo pignorato, ovvero l’istituto bancario, invia una comunicazione al debitore entro 10 giorni dalla notifica tramite raccomandata PEC. Qui deve indicare le seguenti informazioni, secondo l’articolo 547 del Codice di Procedura Civile:

  • Di quali somme è debitore
  • Se sono stati effettuati sequestri prima del pignoramento
  • Se sono state effettuate cessioni del credito prima del pignoramento
  • Se sono stati effettuati pignoramenti sia prima che dopo il pignoramento del credito

La banca dovrà poi custodire la somma pignorata, nel limite dell’importo individuato aumentato del 50%. L’istituto è inoltre tenuto a non disporre della somma pignorata per tutta la durata della procedura.

Dopo che la banca ha bloccato il denaro, il debitore ha a disposizione 20 giorni dalla notifica dell’atto per opporsi al pignoramento, se il debito ad esempio non sussiste. Se l’opposizione viene accolta il pignoramento viene bloccato.

Se non viene presentata alcuna opposizione, o la stessa viene respinta, la somma viene assegnata al creditore. Se la somma di denaro non è sufficiente per coprire per intero il debito, è possibile procedere con altri atti per ottenere la somma di denaro mancante.


Pignoramento conto corrente: quali sono i limiti

Il pignoramento del conto corrente prevede dei limiti relativi agli importi che possono essere bloccati per coprire il debito. Infatti, il pignoramento non porta al blocco dell’intera somma, ma deve essere garantito il “minimo vitale”.

Questo significa che può essere pignorata solamente la porzione che eccede il triplo dell’assegno sociale, ovvero 503,27x3= 1.509,81€. Inoltre, se nel conto corrente soggetto a pignoramento sono presenti versamenti ricorrenti, come l’accredito dello stipendio, il minimo vitale è pari al doppio dell’assegno sociale, ovvero 1.006,54€.

Ulteriori limiti alle somme pignorabili sono i seguenti:

  • È pignorabile 1/5 dello stipendio per i debiti da lavoro
  • È pignorabile 1/3 dello stipendio se il debito riguarda gli alimenti dovuti per legge

I calcoli indicati vanno effettuati sugli importi netti.

Il creditore può inoltre richiedere l’ottenimento sia del valore del credito, che degli eventuali interessi e spese necessarie per ottenere tale credito, per un valore massimo del credito stesso aumentato della metà.


Pignoramento conto corrente: limiti per l’agenzia delle entrate

Nel caso in cui il debito sia contratto con l’Agenzia delle Entrate, e nel caso di versamenti ricorrenti sul conto corrente, i limiti sono i seguenti:

  • Importo inferiore a 2.500€: è pignorabile 1/10 dello stipendio
  • Importo inferiore a 5.000€: è pignorabile 1/7 dello stipendio
  • Importo inferiore a 10.000€: è pignorabile 1/5 dello stipendio

Pignoramento conto corrente: i limiti per la pensione e per conti cointestati

Se il conto corrente è soggetto a versamenti ricorrenti legati alla pensione, non è possibile pignorare il minimo vitale e non è possibile procedere con il pignoramento di 1/5 dell’assegno mensile.

Nel caso di conti correnti cointestati il pignoramento può essere effettuato solamente sul 50% dell’intera somma depositata.


Pignoramento conto corrente: quando non è possibile procedere

Esistono tre casi in cui non è possibile procedere con il pignoramento del conto corrente. La procedura non può avvenire se sono presenti fondi derivanti da:

  • Accompagnamento per disabili
  • Pensioni di invalidità
  • Rendite da assicurazioni per la vita

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